Jannik Sinner potrebbe presto affrontare una dura battuta d’arresto nella sua carriera, con la prospettiva di una sospensione dal tennis sempre più concreta. Un rinomato avvocato sportivo ha dichiarato che l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) avrà successo nel suo appello contro la decisione presa dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA).
Il numero uno al mondo ha fatto notizia dopo essere risultato positivo per due volte alla sostanza vietata clostebol nel marzo scorso. Tuttavia, l’ITIA aveva concluso che non vi fosse alcuna colpa o negligenza da parte del giocatore italiano, permettendogli di evitare una squalifica. Questa decisione aveva suscitato polemiche e acceso un dibattito nel mondo del tennis, considerando la severità con cui solitamente vengono trattati i casi di doping.
Il caso della fisioterapia controversa
La difesa di Sinner si è basata sull’argomentazione che la sostanza incriminata sia entrata nel suo corpo in modo accidentale durante una sessione di fisioterapia. Il fisioterapista di Sinner, Giacomo Naldi, aveva utilizzato uno spray contenente clostebol per curare un taglio sul dito prima di effettuare un massaggio senza indossare guanti. L’ITIA ha accettato questa versione, decidendo di non infliggere una sanzione diretta all’atleta.
Nonostante ciò, Sinner ha comunque subito delle conseguenze: è stato privato dei punti di classifica e del montepremi ottenuti all’Indian Wells Open. Questa decisione, sebbene relativamente indulgente, ha suscitato la reazione della WADA, che ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS). L’agenzia antidoping sostiene che la decisione di assolvere Sinner per assenza di colpa o negligenza sia “non corretta secondo le normative applicabili”. Di conseguenza, WADA sta cercando di ottenere una sospensione che potrebbe variare da uno a due anni.
Il parere degli esperti legali
Tim Fuller, un avvocato sportivo australiano con esperienza in casi di doping di alto profilo, ha condiviso la sua prospettiva sulla situazione di Sinner. Fuller è noto per aver rappresentato la nuotatrice australiana Shayna Jack, la quale era risultata positiva al Ligandrol. Nonostante fosse stato dimostrato che l’ingestione della sostanza fosse stata involontaria, la Jack ha comunque dovuto scontare una squalifica di 24 mesi dalle competizioni. Secondo Fuller, questo precedente potrebbe rappresentare un indicatore significativo per il caso di Sinner.
“Credo che la decisione di non colpa o negligenza verrà ribaltata in appello e che verrà imposta una sanzione,” ha dichiarato Fuller al Sydney Morning Herald. Ha sottolineato come la WADA, pur riconoscendo che l’assunzione sia stata accidentale, insista sul principio della responsabilità oggettiva dell’atleta.
“Quello che la WADA sta sostenendo è che, anche se l’ingestione è stata involontaria, Sinner porta comunque una certa responsabilità per quanto accaduto,” ha spiegato Fuller. “Nel sistema antidoping, l’atleta è considerato l’ultimo responsabile di ciò che entra nel suo corpo, e questa è una responsabilità oggettiva.”
La possibile sanzione e le implicazioni
Secondo Fuller, la WADA potrebbe classificare il caso di Sinner come appartenente a una “fascia media-alta di colpa o negligenza”. Questo significherebbe una sospensione che potrebbe variare tra uno e due anni. “Un anno sarebbe considerato nella parte alta della categoria di bassa colpa, mentre la fascia zero-12 mesi è riservata ai casi di colpa minima,” ha aggiunto l’avvocato.
Questo tipo di approccio riflette la rigidità delle normative antidoping, che non sempre fanno distinzione tra colpa intenzionale e negligenza non intenzionale. Anche se l’incidente può sembrare un caso sfortunato, le regole attuali impongono agli atleti un livello di responsabilità che non ammette scuse.
Reazioni e prospettive future
La possibile squalifica di Jannik Sinner avrebbe un impatto devastante sulla sua carriera, soprattutto considerando l’ascesa fulminea che lo ha portato al vertice del ranking mondiale. Una sospensione significherebbe non solo la perdita di punti e premi, ma anche l’interruzione di un percorso che sembrava inarrestabile. Inoltre, il mondo del tennis perderebbe temporaneamente uno dei suoi protagonisti più promettenti, il che rappresenterebbe un duro colpo per il circuito.
Sinner ha sempre mantenuto un profilo di alta integrità e ha dichiarato più volte di essere contrario a qualsiasi forma di doping. La sua situazione ha acceso un dibattito più ampio sull’efficacia e sull’equità delle normative antidoping attuali. Molti esperti e tifosi sostengono che sia necessaria una revisione delle regole per distinguere meglio tra errori involontari e violazioni intenzionali.
Conclusioni: una battaglia in corso
La decisione finale sul caso di Sinner sarà presa dal Tribunale Arbitrale dello Sport dopo il 12 febbraio 2025. Fino ad allora, il futuro del tennista italiano rimane incerto. Mentre i fan sperano in un esito favorevole, la realtà è che le normative WADA lasciano poco spazio alla clemenza, anche nei casi più complessi.