Jannik Sinner è stato catapultato nuovamente nel suo peggior incubo a causa delle accuse di doping, e la recente storia ci insegna che questo avrà probabilmente un impatto negativo anche sul suo stato fisico.
Dopo essersi ritirato dal Paris Masters a causa di un virus, il numero uno del tennis italiano sta lottando per recuperare la forma fisica in vista delle ATP Finals del mese prossimo. Questa sfida rappresenta un vero test sia a livello fisico che mentale per il giovane talento di San Candido, che ora è chiamato a confrontarsi non solo con i problemi di salute ma anche con le pressioni di una situazione ancora sospesa a livello giuridico e sportivo.
La questione risale a marzo, quando Sinner è risultato positivo a un test antidoping per uno steroide anabolizzante. Tuttavia, il 20 agosto, un tribunale indipendente ha stabilito che il giocatore non fosse responsabile per l’assunzione della sostanza vietata, dichiarando che non era stato intenzionale e che quindi non doveva essere sanzionato. Il tribunale ha accettato la spiegazione di Sinner, secondo cui la sostanza vietata era entrata nel suo corpo a causa di un massaggio ricevuto dal fisioterapista, il quale aveva utilizzato uno spray contenente lo steroide per trattare un taglio al dito.
Nonostante questo, l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha deciso di fare appello al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), chiedendo una sospensione fino a due anni per il giovane italiano di 23 anni. L’appello è stato presentato giovedì e reso pubblico sabato mattina, portando nuove incertezze e preoccupazioni a Sinner e al suo team, che si era illuso che la questione fosse ormai conclusa.
Dopo aver lottato per superare Roman Safiullin con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-3 per accedere ai quarti di finale del China Open, Sinner ha commentato: “Sono molto deluso e sorpreso dall’appello, per essere onesti. Non me lo aspettavo. Forse vogliono solo assicurarsi che tutto sia nella posizione giusta”. La prospettiva di un nuovo processo e di una potenziale squalifica incombe su di lui, alimentando una tensione che ha già avuto un impatto significativo sulla sua condizione fisica e mentale.
L’ultimo sviluppo di questa vicenda è giunto proprio quando Sinner ha annunciato, tramite un messaggio sui suoi canali social, il ritiro dal Paris Masters, l’ultimo torneo ATP Masters 1000 della stagione. In un video messaggio ha spiegato: “Non è facile fare questo annuncio. Io e il mio team siamo arrivati presto per prepararci al meglio, ma purtroppo ho iniziato a sentirmi male durante gli allenamenti e ho visto il medico domenica. Ho scoperto di aver contratto un virus. Ora sto meglio, ma non sono ancora pronto per competere qui a Parigi.
“Non vedevo l’ora di giocare questo torneo, quindi è deludente, per usare un eufemismo. Ora mi concentrerò sul recupero per tornare al 100%. Punto a tornare più forte per Torino.”
Le parole di Sinner, piene di dispiacere, lasciano trasparire la complessità della situazione, resa ancora più ardua dai commenti del suo allenatore, Darren Cahill, il quale in precedenza aveva sottolineato quanto tutta la vicenda del doping avesse inciso sulla serenità e sulla forma fisica del giovane tennista. Cahill aveva dichiarato che l’incertezza riguardo alla possibilità di una squalifica aveva prosciugato Sinner sia fisicamente che mentalmente, portandolo anche a saltare le Olimpiadi a causa di una tonsillite. “Non stiamo cercando pietà,” aveva affermato Cahill. “Siamo solo grati che non ci sia alcuna sospensione.”
L’intervista rilasciata da Sinner prima dell’intervento della WADA nel suo caso contiene dichiarazioni significative sulle difficoltà emotive e psicologiche che il giocatore ha affrontato. Riflettendo sui mesi successivi alla notizia dei test positivi, Sinner ha raccontato: “È stato difficile all’inizio perché non potevo aprirmi con molte persone. Era un periodo molto delicato, difficile soprattutto all’inizio perché non sapevo come comportarmi e cosa sarebbe successo. Non sapevo neanche cosa dire al mio team. Di solito ho sempre il controllo, ma in quel momento era facile perderlo.”
La consapevolezza di non avere fatto nulla di male è stata un punto di forza per Sinner, ma questo non ha cancellato l’ansia e la frustrazione di dover affrontare giudizi e sospetti. “Il momento più difficile è stato quando è uscita la notizia, ed è successo in un momento molto delicato per me, prima di uno slam. Non potevo nemmeno allenarmi come volevo, perché c’era troppo caos al club. Vedevamo tutti i fotografi dietro di noi, è stato molto difficile. Ho osservato gli altri giocatori per capire cosa pensassero veramente di me e mi sono fatto molte domande.”
Questa nube di incertezza ora grava nuovamente su di lui e, benché sembri trovare la forza per continuare a competere, le ripercussioni emotive potrebbero influenzare il suo sistema immunitario e il suo rendimento complessivo. Tuttavia, l’italiano ha dimostrato di sapersi rialzare e affrontare le sfide con determinazione, una qualità che dovrà sfruttare appieno nei prossimi appuntamenti importanti.
Ora, Sinner deve recuperare sia fisicamente che mentalmente per le ATP Finals di Torino, dove giocherà davanti ai suoi tifosi, e per le Finali di Coppa Davis a Malaga, dove cercherà di guidare la squadra italiana in difesa del titolo vinto lo scorso anno.