L’ex fisioterapista di Jannik Sinner, Giacomo Naldi, ha respinto categoricamente l’idea di essere l’unico responsabile dei test anti-doping falliti del tennista italiano. L’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA) ha rivelato in agosto che Sinner ha evitato una sospensione per due test antidoping falliti a marzo, dopo che un tribunale indipendente ha stabilito che non aveva alcuna colpa o negligenza.
Il tennista italiano è risultato positivo al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato, il 10 e il 18 marzo, durante e dopo il torneo Indian Wells Masters. Il tribunale ha accettato la spiegazione di Sinner, secondo cui la sostanza è entrata nel suo corpo a causa di un trattamento ricevuto da Naldi, che aveva applicato uno spray contenente il clostebol su una ferita al dito.
In seguito alla vicenda, Sinner ha deciso di interrompere la collaborazione sia con Naldi sia con il preparatore atletico Umberto Ferrara, attribuendo loro la responsabilità dei test falliti. “Abbiamo fatto un lavoro incredibile, portando a molti successi e creando un grande team dietro di me. Ora, a causa di questi errori, non mi sento più abbastanza sicuro per continuare con loro,” ha ammesso Sinner.
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All’inizio del mese, è stato annunciato che l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, cercando di imporre una sospensione di uno o due anni al numero 1 del mondo. In una dichiarazione, la WADA ha affermato: “Secondo la WADA, la conclusione di ‘assenza di colpa o negligenza’ non è corretta secondo le regole applicabili. La WADA cerca un periodo di inammissibilità compreso tra uno e due anni. Non si cerca la squalifica di alcun risultato, ad eccezione di quanto già imposto dal tribunale di primo grado.”
Durante la presentazione del progetto Open Food Factory, Naldi ha espresso la sua volontà di fornire il proprio punto di vista su ciò che ha causato i test antidoping falliti. “Mi dispiace come a tutti gli altri, ma non posso dire altro perché purtroppo la questione non è ancora conclusa,” ha dichiarato Naldi. “Spero, prima o poi, di poter raccontare cosa è successo per dare un quadro generale. Perché, da come questa storia è stata interpretata dal pubblico, sembra che la colpa sia solo mia. Ma non è così, come chiunque abbia letto la sentenza sa. Mi rendo conto che non tutti hanno fatto questo sforzo.”
Il fisioterapista italiano ha anche parlato del suo rapporto con Sinner e con il resto del team del 23enne. “Jannik è stato molto gentile: quando è nata Letizia (mia figlia), mi ha scritto,” ha spiegato Naldi. “Come tutto il team. Ho un rapporto cordiale con Jannik. In generale, ho ricevuto dimostrazioni di affetto soprattutto da chi mi conosce personalmente. Sui social media, però, ho letto messaggi brutti e sono stato insultato. Perché quello che è successo, nel racconto di questa storia, è stato un po’ frainteso.”
Nonostante la separazione, Sinner ha continuato la sua straordinaria stagione, sconfiggendo Novak Djokovic nella finale del Shanghai Masters 2024 e assicurandosi il settimo titolo di un anno di grande successo. Naldi, da parte sua, ha espresso il suo dolore per la conclusione del rapporto professionale con il team in un lungo post su Instagram. “È vero che ci sono due percorsi per la giustizia: quella reale, sancita dai tribunali, e quella (purtroppo più efficace) sancita dai media,” ha scritto Naldi. “Quest’ultima è troppo spesso superficiale e raramente basata su fatti concreti, che in questo caso, tra l’altro, sono pubblici.”
“Come spettatore, mi sono sempre chiesto quale fosse lo scopo dei casi spettacolari in tribunale, se non quello di giudicare, creare o distruggere persone e reputazioni. Oggi sono il protagonista, ne ho la conferma! Un anno e mezzo fa sono entrato a far parte di un gruppo di lavoro fantastico, composto da brave persone, grandi professionisti e compagni di viaggio. Con loro ho vissuto momenti di gioia e dolore, condiviso emozioni, assaporato vittorie e sconfitte. Con le persone di questo gruppo ho creato un legame forte, ma soprattutto ho potuto raggiungere obiettivi storici, che ci hanno portato nella storia del tennis italiano.”
“Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo grande team, consapevole di aver dato il massimo, di essere stato professionale al 100%, ma anche di aver dato di più, perché quando ci si mette il cuore, è certo che si dà di più. Fa male pensare di non farne più parte, di non essere più nel box con voi a tifare per Jannik, ma dovrò abituarmi rapidamente. Grazie Vagno, Darren, Umbe, Cipo, è stato un viaggio bellissimo, una storia indimenticabile. #Team #1. Grazie Jannik e buona fortuna, per una grande carriera, sei un campione. ‘Keep hunting!'”