Andy Roddick ha cercato di spegnere le teorie complottiste che coinvolgono Jannik Sinner, il quale è stato recentemente al centro di accuse riguardanti l’uso di sostanze dopanti durante l’Australian Open di quest’anno. Roddick ha difeso il giovane italiano, sottolineando che la sua spiegazione su come una sostanza vietata sia entrata nel suo organismo è credibile e supportata dai fatti.
Martedì scorso, il mondo del tennis è stato scosso dalla notizia che Sinner era risultato positivo alla sostanza vietata clostebol in due occasioni durante il torneo di Indian Wells, dove aveva raggiunto le semifinali. La scoperta ha suscitato grande clamore tra tifosi e colleghi, con opinioni contrastanti e accuse verso il tennista italiano.
Dopo un’indagine durata cinque mesi, mantenuta privata fino all’annuncio di martedì, Sinner è stato però scagionato da qualsiasi accusa di colpevolezza e non ha ricevuto alcuna sospensione. La International Tennis Integrity Authority (ITIA) ha accettato la spiegazione fornita dal tennista su come la sostanza sia entrata nel suo sistema in modo non intenzionale.
Secondo quanto dichiarato dal 23enne, il suo fisioterapista avrebbe utilizzato uno spray acquistato senza prescrizione medica per trattare un taglio sul proprio dito. Tracce di clostebol, contenute nel prodotto, sarebbero finite sulle dita del fisioterapista e, successivamente, nel sistema di Sinner senza che quest’ultimo ne fosse consapevole. La spiegazione di Sinner su come siano avvenuti i test positivi ha suscitato reazioni contrastanti sia tra i fan che tra i colleghi nel mondo del tennis.
Alcuni giocatori, come l’australiano John Millman, noto per aver battuto Roger Federer agli US Open del 2018, hanno dichiarato di credere completamente a Sinner. Millman ha espresso pubblicamente il suo supporto al tennista italiano, affermando che la spiegazione di Sinner era plausibile e che aveva piena fiducia nella sua versione dei fatti.
Altri giocatori, invece, hanno reagito con rabbia alla notizia. Nick Kyrgios ha dichiarato che Sinner dovrebbe essere sospeso per due anni indipendentemente dall’intenzionalità o meno nell’assunzione della sostanza, sostenendo che le regole devono essere rispettate da tutti. Lucas Pouille, un altro noto tennista, ha accusato le autorità di trattare i giocatori come se fossero degli ingenui, sollevando dubbi sull’equità con cui le regole vengono applicate nel mondo del tennis.
Anche molti fan si sono scatenati contro Sinner, avanzando teorie secondo le quali il tennista italiano sarebbe un “dopato seriale” che avrebbe vinto l’Australian Open solo grazie all’uso di sostanze vietate. Alcuni dei suoi detrattori hanno addirittura chiesto che gli venisse revocato il titolo vinto a gennaio, sostenendo che avrebbe beneficiato di una competizione “facilitata” dall’uso di clostebol.
Andy Roddick, ex campione degli US Open del 2003 e grande conoscitore del mondo del tennis, ha prontamente risposto a queste teorie complottiste durante il suo podcast. Secondo lui, la quantità di clostebol trovata nel sistema di Sinner – pari a un miliardesimo di grammo, ovvero 58.000 volte più piccola di un granello di sale – è del tutto coerente con la spiegazione fornita dal tennista italiano. “C’è anche molto rumore online, persone che dicono cose del tipo: ‘Togliamogli la vittoria di gennaio. Ha battuto il mio giocatore preferito lì’. Basta. Viene testato in ogni Slam, quindi non c’è alcuna possibilità che non fosse pulito all’Australian Open, considerato quanto è stato sottoposto ai test”, ha affermato Roddick.
Inoltre, Roddick ha voluto chiarire un altro aspetto che ha generato confusione, ossia il fatto che il caso di Sinner sia stato mantenuto privato fino alla decisione finale. Alcuni hanno interpretato questo aspetto come una prova di un trattamento preferenziale riservato al tennista italiano. Roddick ha spiegato che, secondo le regole, i casi vengono resi pubblici solo quando il tribunale emette una decisione definitiva, e non prima. A supporto della sua affermazione, ha letto un messaggio di una persona anonima che chiedeva come mai la vicenda non fosse stata resa pubblica fin dall’inizio. “Non diventa pubblico finché non viene emessa la decisione finale del tribunale. È una regola,” ha ribadito Roddick.
Per concludere, Roddick ha smentito tutte le teorie che parlano di favoritismi e presunti trattamenti di favore verso Sinner. Ha spiegato che il processo di appello è un diritto di ogni atleta e che non c’è nulla di “sospetto” o “sinistro” nel modo in cui il caso è stato gestito. “Tutte queste chiacchiere su trattamenti preferenziali e cose losche… sei solo un numero su una provetta, hai il diritto di fare appello durante il processo di appello finché non sei colpevole. L’innocenza fino a prova contraria è qualcosa che sentiamo spesso. Non è venuto fuori fino a pochi giorni fa e poi è diventato una completa tempesta mediatica.”
Le parole di Roddick hanno fatto luce su un caso che ha suscitato polemiche e alimentato teorie infondate, difendendo il diritto di Jannik Sinner a una valutazione equa e trasparente. Con il suo sostegno, Roddick ha contribuito a riportare un senso di giustizia e di rispetto per la verità, ribadendo l’importanza di non cedere alle speculazioni e di rispettare il percorso di un atleta fino alla conclusione ufficiale del processo.