L’ex tennista russo Nikolay Davydenko ha preso le difese di Jannik Sinner e Iga Świątek, due dei giocatori più celebri del circuito, dopo che entrambi sono stati coinvolti in controversie legate al doping nel 2024. Nonostante siano considerati tra i migliori del tennis maschile e femminile, le loro situazioni hanno sollevato un’ondata di critiche, evidenziando un dibattito crescente sull’equità delle regolamentazioni antidoping e sul trattamento riservato ai giocatori di alto livello.
I casi di Sinner e Świątek
Jannik Sinner, attualmente numero uno del mondo nel circuito ATP e protagonista di una stagione straordinaria, è risultato positivo al Clostebol, una sostanza vietata, in due test antidoping separati. Il Clostebol, classificato come agente anabolizzante, è proibito nello sport professionistico per il suo potenziale effetto di miglioramento delle prestazioni. Tuttavia, Sinner è riuscito a evitare una squalifica dopo che l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha accettato la spiegazione fornita dal suo team legale. Secondo quanto dichiarato, la presenza della sostanza in quantità minima nei campioni del giocatore sarebbe stata causata dall’uso di una crema prescritta da un membro del suo staff tecnico per trattare un infortunio.
Dall’altro lato, la numero due del mondo nel circuito WTA, la polacca Iga Świątek, è stata sospesa per una partita dopo essere risultata positiva al Trimetazidina, un’altra sostanza vietata. Nonostante la sanzione relativamente leggera, il caso ha alimentato polemiche nel mondo del tennis, con molti che hanno richiesto un trattamento più uniforme e severo per tutti i giocatori coinvolti in situazioni simili.
Le parole di Davydenko in difesa dei giocatori
In questo contesto, Nikolay Davydenko, ex numero tre del mondo e due volte semifinalista agli US Open, ha espresso il suo sostegno sia a Sinner che a Świątek. In una recente intervista, il tennista russo ha sottolineato come l’uso di farmaci o sostanze proibite non possa trasformare un atleta in un campione.
“Vai in farmacia, prendi una pillola per i bronchi e scopri che contiene salbutamolo, considerato doping,” ha spiegato Davydenko. “Devi sempre consultare un medico sportivo; è un’assurdità. Non diventerai un giocatore migliore prendendo una pillola. Il tennis è il tennis, non diventerai numero uno al mondo grazie al doping.”
Davydenko ha inoltre riflettuto su come la regolamentazione del doping fosse meno complicata durante la sua carriera, pur riconoscendo che esistevano pressioni anche allora:
“Un tempo era più facile gestire il doping. Anche noi subivamo pressioni, ma lo consideravamo normale. Non mi preoccupavo troppo, mangiavo e bevevo di tutto senza pensare alle possibili conseguenze. Oggi la situazione è peggiorata.”
Critiche alle decisioni dell’ITIA
Le decisioni dell’ITIA nei casi di Sinner e Świątek hanno scatenato una discussione accesa nel mondo del tennis. Alcuni hanno accusato l’organismo di applicare un doppio standard nel trattamento dei giocatori, evidenziando differenze nei casi recenti rispetto a situazioni passate che hanno coinvolto tennisti come Maria Sharapova e Nicolás Jarry. In entrambi i casi, le sanzioni sono state percepite come severe, in contrasto con le penalità relativamente leggere imposte a Sinner e Świątek.
Tuttavia, i sostenitori di Sinner e Świątek, inclusi Davydenko e altri esperti del settore, sottolineano che le circostanze specifiche di ciascun caso devono essere considerate. Per esempio, la quantità minima di Clostebol rilevata nei campioni di Sinner e l’uso accidentale di Trimetazidina da parte di Świątek suggeriscono una mancanza di intenzionalità da parte dei giocatori.
Il dibattito sull’antidoping nel tennis moderno
Queste controversie sollevano questioni più ampie sull’approccio dell’antidoping nello sport professionistico. Da un lato, c’è un consenso generale sull’importanza di mantenere il tennis libero dal doping. Dall’altro, casi come quelli di Sinner e Świątek evidenziano le difficoltà nel distinguere tra errori non intenzionali e veri tentativi di ottenere un vantaggio competitivo.
Le osservazioni di Davydenko riflettono questa complessità:
“Il sistema antidoping moderno è diventato eccessivamente complicato, creando situazioni in cui anche un errore innocente può portare a conseguenze gravi per un giocatore,” ha dichiarato. “È importante trovare un equilibrio tra il mantenimento dell’integrità dello sport e la protezione dei giocatori da accuse infondate.”
Conclusione
Mentre le carriere di Jannik Sinner e Iga Świątek continuano a prosperare nonostante le controversie, il dibattito sui regolamenti antidoping nel tennis sembra destinato a persistere. I commenti di Nikolay Davydenko offrono una prospettiva preziosa, ricordando che il talento, il duro lavoro e la dedizione rimangono i veri pilastri del successo nello sport.
Con l’evoluzione delle normative e l’introduzione di tecnologie più avanzate per rilevare sostanze vietate, il tennis deve affrontare una sfida cruciale: garantire equità e trasparenza, proteggendo al contempo la reputazione degli atleti e dello sport stesso.