Le parole di Jannik Sinner sul problema del calendario non sono piaciute né ai suoi colleghi né agli ex giocatori e allenatori, come Paul Annacone, ex coach di Roger Federer, che ha espresso difficoltà nel digerire le opinioni del giovane italiano. Il numero uno del ranking ATP, nelle scorse settimane, aveva risposto alle dichiarazioni di Carlos Alcaraz, che aveva sollevato il problema dell’intensità del calendario, sostenendo la necessità di una riformulazione perché si gioca troppo. Sinner, però, ha ridimensionato la questione, affermando che i giocatori possono decidere liberamente se partecipare o meno a un torneo. È importante sottolineare che molti tennisti, anche di altissimo livello, si sono lamentati per gli eccessivi impegni durante l’anno competitivo, che non lasciano spazio agli atleti per prendersi una pausa e recuperare dalle fatiche accumulate nei numerosi tornei che si svolgono quasi ogni settimana.
Le dichiarazioni di Sinner, come accennato, non sono state accolte favorevolmente da Annacone, che ha espresso il proprio disaccordo, divergendo nettamente dall’opinione del giovane talento. L’allenatore ha spiegato il suo punto di vista in modo molto chiaro, mettendo in luce quanto sia difficile, per i giocatori professionisti, mantenere un equilibrio tra competizioni, contratti e obblighi. Annacone ha affermato: “Mi ha fatto piacere sentire Sinner dire che si gioca molto tennis e che ci sono troppi tornei. Ma se non vuoi giocare, non giocare. Ovviamente è più semplice quando sei uno dei migliori giocatori al mondo, ma se ti stai preparando per le finali di fine anno e devi rispettare gli impegni con il team, gli sponsor e i partner, diventa molto difficile capire quando non giocare. Quindi non è così semplice dire che se non vuoi giocare, allora non giochi. La struttura del circuito professionistico è davvero frammentata, e lo è sempre stata”.
Anche il francese Hugo Humbert ha preso posizione contro le parole di Sinner, evidenziando come non sia altrettanto semplice per i giocatori con ranking più basso gestire il proprio calendario. Humbert ha spiegato: “Sento alcuni, come Jannik Sinner, dire che si può scegliere di non giocare, ma non è così semplice. Quando sei intorno al cinquantesimo o sessantesimo posto nel ranking mondiale, cerchi di giocare il più possibile per salire in classifica”. Le sue parole rivelano una prospettiva diversa: i tennisti che non appartengono all’élite devono affrontare sfide ulteriori per garantirsi punti e migliorare la propria posizione.
Parallelamente, in un’intervista speciale per Sky Sport, Sinner ha parlato del legame speciale che ha costruito con i suoi due allenatori, Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Jannik ha descritto i due tecnici attraverso una metafora affascinante che rispecchia le loro grandi differenze, definendoli rispettivamente come “ghiaccio” e “fuoco”. Sinner ha spiegato come l’approccio di ciascun allenatore completi perfettamente l’altro: “Simone è un coach molto tecnico e tattico, mentre Darren mi aiuta mentalmente e trova sempre le parole giuste al momento giusto. La differenza tra uno e l’altro è perfetta perché si rispettano in modo incredibile, e per me questo è fondamentale”.
Sinner ha proseguito parlando dell’importanza del suo team, che è sempre stato accanto a lui nei momenti di difficoltà e nei successi. “Devo ringraziare la mia squadra, che è stata sempre vicino a me. Ad esempio, Darren Cahill è rimasto con me durante un periodo difficile, invece di tornare a casa; anche mio padre è venuto e, grazie a loro, mi sono sentito al sicuro e protetto.” Queste esperienze hanno rafforzato il legame tra Sinner e i suoi allenatori, e l’atleta riconosce il loro supporto come un elemento chiave del suo successo. “È per questo che quando vinco tornei o anche solo partite che significano molto, dico sempre che è grazie alle persone che mi stanno accanto, perché senza di loro nulla di questo sarebbe possibile.”
Riflettendo sul suo percorso, Sinner ha confessato che gestire la pressione non è sempre facile, ma ha imparato a separare i problemi personali dai doveri professionali. “Il mio compito è stato quello di separare il problema dal mio lavoro. Ho sempre cercato di sentirmi bene in campo, mi sono sempre allenato e mi preparo mentalmente per giocare un buon tennis,” ha spiegato l’italiano. Questa mentalità resiliente gli ha permesso di affrontare le sfide con concentrazione e determinazione, trasformando le difficoltà in motivazione.
In definitiva, nonostante le divergenze di opinione sul tema del calendario, Sinner è focalizzato sulla propria crescita, supportato da un team solido e dalla propria dedizione al gioco. La questione della gestione degli impegni rimane un dibattito aperto all’interno del mondo del tennis, e mentre alcuni vedono la necessità di una riforma, altri, come Sinner, ritengono che le scelte personali possano fare la differenza. Con il continuo supporto della sua squadra e la sua determinazione, Sinner continua a essere uno degli atleti più promettenti e apprezzati del circuito, rappresentando un simbolo di talento, perseveranza e gratitudine verso coloro che lo hanno aiutato a raggiungere questi livelli.