Vittoria, gloria, titoli e una macchia chiamata doping: così si può riassumere, a freddo, la stagione di Jannik Sinner. Se da un lato il tennista italiano ha brillato sul campo conquistando due titoli del Grande Slam, le ATP Finals, la Coppa Davis e un totale impressionante di 8 trofei, dall’altro ha dovuto affrontare una delle prove più difficili della sua carriera: la positività al Clostebol riscontrata a Indian Wells lo scorso marzo. Questo episodio ha messo alla prova la sua forza mentale, gettando ombre sul suo percorso trionfale e costringendolo a confrontarsi con dubbi e paure che vanno ben oltre la sfera sportiva.
In una lunga intervista concessa a Esquire Australia, Sinner ha affrontato apertamente l’argomento, ripercorrendo i momenti più difficili di quella che, nonostante tutto, rimane una stagione straordinaria. Ha condiviso senza filtri il peso di quella vicenda e l’impatto psicologico che ha avuto sulla sua quotidianità, dentro e fuori dal campo.
“È stato un periodo molto duro. Non potevo parlarne con nessuno. Non potevo sfogarmi o chiedere aiuto. Tutti quelli che mi conoscevano e mi guardavano giocare capivano che c’era qualcosa che non andava in me,” ha raccontato il numero uno al mondo. “Ho passato notti insonni, perché anche se sei sicuro della tua innocenza, sai che queste cose sono complesse. Per fortuna, tutti quelli che mi circondavano hanno creduto in me fin dal primo momento, e questo mi ha permesso di continuare a giocare. Ma a Wimbledon ero pallido, svuotato. E anche dopo quel periodo, il mio rapporto con le persone era cambiato. Andavo ad allenarmi al Clubhouse di Cincinnati e pensavo: come mi guardano? Cosa pensano davvero di me? In quei momenti, ho capito chi sono i miei veri amici.”
Le parole di Sinner trasmettono il peso emotivo di un’esperienza che avrebbe potuto abbattere chiunque, ma che invece ha contribuito a rafforzare ulteriormente il carattere del giovane altoatesino. Ha dimostrato una maturità straordinaria, affrontando non solo le sfide sul campo, ma anche quelle fuori, in un contesto dove la pressione mediatica e le aspettative sono enormi.
“Quest’anno sono cresciuto tantissimo, sia mentalmente che fisicamente. I risultati che vedete ora non sono frutto del caso. Sono il risultato del duro lavoro che abbiamo fatto negli ultimi due anni. Sono figlio di uno chef e so bene che non si può cucinare un buon piatto in pochi minuti. Bisogna studiare, capire, provare e riprovare, e solo allora il risultato sarà soddisfacente,” ha aggiunto, usando una metafora che riflette non solo il suo approccio al tennis, ma anche alla vita.
Questo percorso di crescita e resilienza culminerà con il meritato riposo di qualche settimana, prima di tornare ad allenarsi con la sua squadra a Dubai. Anche in questo caso, Sinner dimostra una pianificazione rigorosa e una chiarezza di intenti tipica dei campioni. Ha confermato che la sua prossima apparizione in campo sarà direttamente all’Australian Open 2025, replicando la strategia adottata quest’anno. Prima del prestigioso Slam, però, parteciperà all’Opening Week, un torneo esibizione in programma dal 7 al 10 gennaio presso la Rod Laver Arena di Melbourne, un evento benefico che vedrà la partecipazione di stelle del calibro di Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Qinwen Zhang e gli idoli di casa Alex De Minaur e Alexei Popyrin.
Dopo l’Australian Open, Sinner prenderà parte al torneo ATP 500 di Rotterdam, in programma dal 1° al 9 febbraio 2025. Successivamente, il focus si sposterà sugli ATP Masters 1000 di Indian Wells e Miami, previsti a marzo. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Sinner, molto dipenderà dalla decisione del CAS (Court of Arbitration for Sport) in merito alla questione del Clostebol. Una sentenza sfavorevole potrebbe cambiare i piani, ma il tennista italiano si mostra fiducioso e determinato a lasciarsi alle spalle questa vicenda.
Il 2024 di Jannik Sinner è stato un anno di luci e ombre, ma ciò che emerge è un percorso di straordinaria resilienza. Ha dimostrato che la vera forza di un campione non si misura solo con le vittorie, ma anche con la capacità di affrontare le difficoltà più dure. Con il suo talento, il suo impegno e la sua umiltà, Sinner non ha solo vinto trofei: ha guadagnato il rispetto e l’ammirazione di tutti coloro che amano questo sport. La sua storia è una lezione di coraggio e integrità, e il meglio, ne siamo certi, deve ancora venire.