Il mondo del tennis è in fermento per un colpo di scena inatteso: Jannik Sinner, il numero 1 del ranking mondiale, è fermo ai box per una sospensione di tre mesi legata a una questione di doping, lasciando campo libero ai suoi rivali per contendersgli il trono. Eppure, durante il Masters di Indian Wells di marzo 2025, i suoi più diretti inseguitori, Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, hanno inciampato, incapaci di ridurre il distacco dal campione assente. Sinner, con i suoi 11.330 punti nell’ATP Live Rankings, mantiene un vantaggio schiacciante, un tributo alla sua supremazia e, al contempo, una sorprendente accusa all’incapacità dei suoi avversari di cogliere un’occasione d’oro. Quella che sembrava una chance per ribaltare le gerarchie si è trasformata in una storia di opportunità sfumate e frustrazione crescente.
L’assenza di Sinner nasce da un dramma che ha scosso il tennis. Dopo essere risultato positivo al clostebol in due test a marzo 2024 durante Indian Wells, l’italiano ha vissuto un anno di incertezze. Un tribunale indipendente lo aveva inizialmente scagionato, attribuendo la violazione a una contaminazione accidentale tramite uno spray curativo usato dal suo fisioterapista. Ma l’Agenzia Mondiale Antidoping ha fatto ricorso e, a febbraio 2025, si è giunti a un accordo: tre mesi di squalifica, dal 9 febbraio al 4 maggio, che gli permette di saltare i Masters ma non gli Slam. “Questo caso mi ha pesato per quasi un anno,” ha confessato Sinner, il sollievo evidente nella voce mentre accettava la sanzione per lasciarsi alle spalle l’incubo. “Ho sempre accettato la responsabilità per il mio team e riconosco che le regole severe di WADA sono una protezione importante per lo sport che amo.”
Con Sinner fuori gioco, gli occhi si sono puntati su Alcaraz e Zverev, rispettivamente terzo e secondo al mondo. Alcaraz, campione in carica a Indian Wells, partiva con 6.910 punti, a oltre 4.000 lunghezze da Sinner. Zverev, con 7.945, era più vicino ma ancora lontano dal vertice. Entrambi potevano guadagnare terreno—1.000 punti con il titolo—eppure il deserto della California si è rivelato ostile. Zverev è crollato al secondo turno, travolto da un outsider in gran forma, mentre Alcaraz, pur lottando fino alle semifinali, è stato fermato dal britannico Jack Draper, perdendo 600 punti dalla sua difesa del titolo. “Non sto pensando molto a recuperare il numero 1,” ha dichiarato Alcaraz dopo la sconfitta, concentrato sulla lotta più che sul ranking. “Beh, non è cambiato nulla,” ha aggiunto, sminuendo l’assenza di Sinner come fattore determinante.
L’ironia è lampante: Sinner, fermo senza racchetta, ha visto il suo vantaggio crescere anziché ridursi. Zverev dovrebbe vincere più Masters e un ATP 500 per avvicinarsi, un’impresa quasi impossibile dopo l’uscita precoce. Alcaraz, teoricamente, poteva farcela con un filotto di vittorie a Indian Wells, Miami, Monte Carlo e una finale a Barcellona, ma non è riuscito a completare l’arduo cammino. Un ex pro italiano, Paolo Lorenzi, è stato chiaro: “Né Zverev né Alcaraz hanno avuto la continuità necessaria l’anno scorso per inseguire Sinner. Un divario come quello di oggi non si colma in tre mesi.” Le sue parole risuonano mentre l’inconsistenza dei due—le cadute di Zverev in Argentina e Messico, i quarti di Alcaraz in Qatar—continua a tormentarli.
Non è solo una questione di numeri, ma di testa. I rivali di Sinner, consapevoli del suo 65-6 nel 2024, dei tre Slam e del titolo alle ATP Finals, sentono il peso della sua ombra anche quando non gioca. Il tabellone di Indian Wells, zeppo di talenti come Daniil Medvedev e Novak Djokovic, non ha offerto sconti, ma il flop nell’approfittarne ha lasciato perplessi tifosi e esperti. È il gioco di Sinner—il suo rovescio fulminante, il servizio migliorato, la calma glaciale—semplicemente troppo avanti? O i suoi sfidanti cedono sotto il loro stesso desiderio di grandezza? “Ha semplificato la formula per essere grande,” ha notato un analista esperto, indicando nella costanza di Sinner il vero asso nella manica.
Mentre Sinner si prepara al rientro a maggio, all’Italian Open, i suoi rivali si leccano le ferite. Alcaraz, sempre combattivo, si rialzerà, e Zverev dovrà ritrovare la scintilla perduta. Il panorama tennistico, pronto al caos, resta stranamente stabile: il trono di Sinner è salvo, la sua assenza una sfida non raccolta. Il mondo attende, col fiato sospeso, il prossimo atto.
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